C’è un modo molto semplice e concreto per valorizzare il proprio immobile pure in un momento non semplice come quello attuale: affidarsi alla riqualificazione energetica. Anche alla luce degli incentivi attualmente in vigore e di quelli che potrebbero essere aggiunti per incentivare una tendenza che non è solo “green friendly” ma anche economicamente vantaggiosa, è corretto imboccare una strada che conduce a indiscutibili vantaggi. Come Campogrande Real Estate, sempre attenti a fornire ai nostri clienti la massima professionalità e i servizi più adatti a soddisfare le loro esigenze, abbiamo affrontato il tema assieme a Franco Bonamassa, geometra, 50 anni e coordinatore del Consorzio Conei.
di Damiano Montanari
Cosa si intende oggi per riqualificazione energetica di un immobile?
“Per riqualificazione energetica si intendono tutti quegli interventi mirati a ridurre il consumo di energia di un immobile e, nella nostra ottica, a rendere più confortevole l’abitazione. In questo contesto si inserisce anche la riqualificazione sismica di un edificio che, ricordo, beneficia del Superbonus 110. C’è tuttavia un concetto che molti non hanno colto e me ne dispaccio”.
Quale concetto?
“Migliorare il proprio immobile significa migliorare il proprio stile di vita e questo non ha prezzo. Inoltre, come dicevo, affidarsi alla riqualificazione energetica porta ad aumentare l’appetibilità del proprio immobile sul mercato. Non è mai facile anticipare quello che accadrà nel futuro, ma posso affermare con certezza che un domani un immobile non riqualificato avrà un valore sensibilmente inferiore a uno che oggi è stato invece trattato con un intervento di riqualificazione energetica”.
Insomma, sembra quasi che manchi una cultura della riqualificazione immobiliare.
“Lei ha centrato perfettamente il problema. E’ un peccato che siamo dovuti arrivare a una detrazione fiscale di imposta importante come quella prevista dal Superbonus 110 per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di interventi necessari come quelli di riqualificazione energetica e sismica degli immobili. Se non avessimo dovuto affrontare la pandemia e di conseguenza non fossero stati previsti gli sgravi fiscali attualmente in vigore, avremmo raggiunto questo grado di consapevolezza? Temo di no. Ecco perché credo che tutti noi addetti lavori, quando scadranno questi bonus, o diminuiranno o saranno stabilizzati, dovremo continuare a mantenere alto l’interesse per interventi essenziali come quello di riqualificazione energetica e sismica degli immobili”.
Nel riqualificare un immobile, quali sono gli interventi che portate?
“Per prima cosa si realizza il cosiddetto cappotto per migliorare la coibentazione dell’edificio. Si tratta di un rivestimento dell’involucro di muri per rendere il fabbricato più caldo in inverno e più fresco in estate. Poi si possono sostituire gli infissi, inserendone alcuni ad elevate prestazione di coibentazione e, in caso di ristrutturazione più radicale, si può scegliere il riscaldamento a pavimento. Questa è una soluzione che permette una riduzione del consumo di energia, perché si basa sull’iraggiamento del calore attraverso le serpentine che vengono sfruttate sotto il pavimento. Infine si può sostituire la caldaia, magari collegandola ad un impianto fotovoltaico per utilizzare un’energia pulita come quella solare”.
Oggi quali interventi di riqualificazione energetica sono più richiesti?
“Il cappotto e la sostituzione della caldaia, perché sono i meno invasivi. Rispetto a due anni fa, però, in caso di ristrutturazione integrale è molto richiesto anche il riscaldamento a pavimento, perché si può realizzare beneficiando del Superbonus 110”.
Campogrande Real Estate si pone anche l’obiettivo di trasmettere la giusta consapevolezza del mercato e delle opportunità. Cosa si può fare per aumentare la cultura della riqualificazione energetica di un immobile?
“Si può fare tanta informazione di qualità. E’ anche una questione etica. Basta pensare al discorso dell’amianto”.
Si spieghi meglio.
“Di recente come consorzio abbiamo organizzato un convegno in collaborazione con l’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto. A Bologna, ad esempio, è stato tanto utilizzato dopo la Seconda Guerra Mondiale perché è un materiale molto isolante sul piano termico e sul piano acustico. Il problema, come sappiamo, è che è anche cancerogeno. Oggi l’amianto è purtroppo ancora molto presente negli immobili, pure a Bologna. Nel momento in cui viene individuato, il cliente può scegliere se affidarsi per il suo smaltimento ad un’azienda che segue il corretto protocollo spendendo una cifra corretta, oppure cercare di risparmiare rivolgendosi a realtà che hanno meno scrupoli. Da questa scelta dipende la salute di chi abita l’immobile. E’ fondamentale informare e formare i clienti in questo senso”.
Le tensioni internazionali hanno fatto crescere le voci relative alla possibilità di acquistare dei bunker, nel caso di una guerra nucleare. Lei pensa realmente che in Italia si arriverà ad un mercato dei bunker?
“Conoscendo il modo di reagire degli italiani di fronte a situazioni come quella che stiamo vivendo, penso di no. Ma posso dire che in Svizzera vige una legge nazionale in base alla quale per ogni nuova costruzione deve essere costruito un bunker apposito. Come dicevo, è sempre una questione di visione”.
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