Mercato immobiliare: le indicazioni dal CERSAIE

di Damiano Montanari

Nei tempi difficili che stiamo attraversando esistono indicatori molto utili per capire dove sta andando il mercato immobiliare: uno di questi arriva dal CERSAIE, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredo bagno. La kermesse, svoltasi dal 26 al 30 settembre presso gli spazi di BolognaFiere, è stata vissuta in prima linea da Davide Vercelli. Piemontese, 56 anni, è un valente designer o, come ama definirsi, “ingegnere dedito alla creatività”, nonché prezioso consulente di Campogrande Real Estate.

Quali dati sono emersi dall’edizione 2022 del CERSAIE?

“Sono state presenti 354 aziende del comparto piastrelle di ceramica, 88 dell’arredo bagno, 183 appartenenti ai settori della posa, delle materie prime, delle nuove superfici, delle attività di servizio. Il 38% degli espositori proveniva dall’estero (237). In tutto sono stati rappresentati 26 Paesi. Le presenze, nell’arco delle cinque giornate di fiera, sono state 91.296, vale a dire circa il 50% in più rispetto all’anno scorso, che aveva segnato uno dei primi ritorni di una grande fiera nel difficile periodo post–pandemico, ma sotto ai 112.340 ingressi del 2019. Quasi la metà delle presenze dell’edizione 2022 sono state estere: 44.215 contro le 47.081 italiane. Il numero di giornalisti presenti ha toccato quota 458 (di cui 226 dall’estero). Oltre 200 operatori provenienti da Europa, Nord America e area del Golfo hanno composto la delegazione del CERSAIE Business, resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con MAECI ed ICE”.

Qual è il suo ruolo all’interno del CERSAIE?

“Progetto allestimenti per i clienti e dal 2013, assieme ad Angelo Dall’Aglio, architetto e amministratore di CERSAIE, organizzo la mostra tematica all’interno del Salone”.

Dai dati emersi dal CERSAIE, quali indicazioni trae per il mercato della ceramica e dell’arredo bagno?

“Se il mercato italiano non ha vissuto internamente delle grandi performance o avanzamenti, è stato e sarà l’estero a supportarlo nei prossimi semestri. Questo rivaluta l’importanza dei prodotti italiani nel mercato internazionale. All’estero siamo un punto di riferimento, uno stimolo per i concorrenti e sinonimo di innovazione. Questo aspetto ci deve far ragionare per il futuro. Dovremo spingere ancora di più sugli aspetti tecnologici ed estetici. Sono diventati il nostro tratto distintivo”.

Quali sono le tendenze del momento?

“La tecnologia è centrale. Sono in voga le grandi lastre, 3 m per 1 m ma anche 1,5 m per 75 cm. L’elemento chiave però è lo spessore, dai 6 ai 3 mm. Questo permette un grande risparmio, circa un terzo rispetto alle scelte tradizionali. Abbiamo gradi di cottura più elevati, si parla di gres porcellanato. Poi ci sono le novità legate alle piastrelle”.

Quali?

“La parola chiave è texture. Si vendono piastrelle molto simili a dei tessuti, non solo come colore ma anche come tessitura. In passato si cercavano piastrelle che dessero le sensazioni del legno. Adesso l’obiettivo è richiamare la carta da parati: da qui l’importanza della collaborazione con artisti o designer”.

Quali indicazioni trae in riferimento al mercato immobiliare?

“Il primo referente del CERSAIE, soprattutto in campo estero, è il general contractor. Ci sono anche i piccoli rivenditori di provincia, ma in particolare fuori dai confini nazionali i destinatari sono i grossi distributori o, appunto, il general contractor. Parliamo di realtà che possono fornire servizi sempre più completi e che dialogano anche con il mondo dell’arte e dell’interior design. Così come è strutturato Campogrande Real Estate, ad esempio. La mia sensazione è che il mercato immobiliare sia comunque in fermento. La necessità di vedere nuovi prodotti è innescata dalla volontà di posizionarli e utilizzarli in nuovi lavori”.

Individua altri elementi in grado di supportare la sua ipotesi?

“Il CERSAIE si rivolge alla parte finale dell’opera edilizia. Mi viene spontaneo pensare ad una correlazione tra il numero dei visitatori intervenuti e la partecipazioni di attori del mercato immobiliare. I dati sono molto incoraggianti”.

Nel mercato immobiliare, la tendenza è più verso nuovi lavori o ristrutturazioni?

“La tendenza è decisamente più verso le ristrutturazioni. Magari non parliamo sempre dell’interno di un edificio, ma della facciata o della completa revisione funzionale di certe aree. Mi riferisco a quelle prima ad uso industriale e poi riqualificate come strutture edilizie commerciali e addirittura private”.

Questo fenomeno è più presente in Italia o all’estero?

“All’estero è molto presente, ma anche in Italia si è riscontrato”.

In base alle indicazioni del CERSAIE, quanto la moda sta influenzando il mercato immobiliare?

“Le aziende del CERSAIE, legate al mercato immobiliare nei modi in cui ho spiegato, sono molto attente al mondo della moda, perché lì i cambiamenti accadono prima che altrove. Il trend cromatico o il mood della edizione invernale delle collezioni si ripresenta l’anno successivo nella lucentezza o nella opacità dei tessuti. La moda è un valido indicatore dei futuri cambiamenti, anche per il mercato immobiliare”.

La crisi energetica quanto sta impattando sui costi al consumatore?

“Registriamo un aumento che va dal 20% al 30%. E parlo solo del costo delle materie prime”.

Il mercato alberghiero come procede?

“Per sua natura deve rinnovarsi periodicamente. Oggi un hotel che non abbia una spa o una zona dedicata al wellness ha decisamente un appeal inferiore. Investire in strutture ricettive con queste caratteristiche rappresenta un’operazione finanziaria molto vantaggiosa”.

Quale consiglio dà ai clienti di Campogrande Real Estate?

“Quest’anno le aziende di arredo hanno registrato una impennata delle vendite. Negli ultimi anni, complice il lockdown per la pandemia, abbiamo capito l’importanza di valorizzare gli spazi in cui viviamo, dalla abitazione privata alle strutture ricettive fino alle sedi di lavoro. Per questo affidarsi a dei professionisti è essenziale”.

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